Devo ammettere che sono sempre un po' a disagio quando un genitore mi chiede consigli su quali precauzioni mediche prendere viaggiando con un bambino. Finché si tratta di consigliare uno stile di vita corretto in viaggio lo faccio volentieri; quando però si entra nello specifico di vaccini o profilassi, sento addosso una certa responsabilità nel consigliare una cosa piuttosto che un'altra.
Ecco perché non lo faccio mai, semplicemente mi limito a raccontare la mia esperienza e poi invito alla scelta in autonomia, sempre dopo aver consultato il pediatra. Di conseguenza, quello di cui sto per parlarvi è frutto della nostra personale scelta di fare la profilassi antimalarica ai nostri figli in occasione del nostro viaggio in Tanzania.
Sapevamo da tempo che un viaggio in Africa sarebbe stata anche l'occasione buona per la prima profilassi dei bambini. Finora, viaggiando soprattutto in Asia o in nord Africa, non abbiamo mai ritenuto opportuno prendere questa precauzione; certo, dei rischi ci sono in Asia, molto dipende dalle zone ma devo dire che finora le zanzare che ci siamo trovate sul nostro cammino sono state davvero poche, se paragonate a quelle nostrane. Questo perché abbiamo cercato di evitare zone umide soprattutto nell'interno e in special modo dal crepuscolo in poi, momento preferito per le zanzare. Sì perché la zanzara di tipo Anopheles, quella cioè che trasmette la malaria, è notturna e i momenti di maggior traffico sono proprio dal calar della sera in poi.
Però l'Africa ci fa più paura e siccome già sapevamo che avremmo viaggiato nella solita nostra maniera spartana, certamente non dormendo in resort a mille stelle che disinfestano quotidianamente, abbiamo deciso di far seguire ai nostri figli la profilassi antimalarica. L'Africa viaggia su due binari: quello dei turisti da lodge sicuri, puliti e fin troppo sterili per i miei gusti, e quello delle guest house e dei ristoranti lungo la strada, come ho raccontato nelle mie considerazioni su questo paese.
Dopo aver parlato con la pediatra, abbiamo scelto il Malarone come farmaco da somministrare. Scelta devo dire anche un po' obbligata dal fatto che, avendo comprato il volo per la Tanzania 10 giorni prima della partenza, non potevamo considerare altri farmaci tipo il Lariam perché bisogna iniziare a prenderlo una settimana prima di entrare nella zona pericolosa. E noi una settimana mica ce l'avevamo più! Tra decidere se farla o meno, parlare con la pediatra, farsi fare la ricetta e tutto, la nostra scelta è ricaduta sul Malarone che va iniziato 24/48 ore prima di entrare nella zona a rischio. Non che sarebbe cambiato nulla comunque: con il Lariam abbiamo avuto una pessima esperienza mio marito e io quando ancora non avevamo figli, durante il nostro primo viaggio in India dove, un po' per inesperienza, un po' per il bombardamento di “pareri” dall'esterno, abbiamo deciso di fare la profilassi per poi interromperla durante il viaggio poiché quella pasticca settimanale ce lo stava proprio rovinando!
Il Malarone è molto costoso. Per i nostri figli abbiamo dovuto acquistare sia il dosaggio da bambini che quello da adulti perché il grande pesa 40 kg che è la soglia oltre la quale si passa di categoria. Col senno di poi, forse sarebbe stato meglio se anche per lui avessimo preso il Malarone bambini, somministrandogli la dose massima. C'è da dire che sia la pediatra che il farmacista ci hanno consigliato di prendere quello da adulti, altrimenti la copertura poteva essere inadeguata. Purtroppo è stato male verso il quarto e quinto giorno di profilassi e con molta probabilità era il farmaco a dargli noia. Niente di particolarmente allarmante: un po' di stanchezza e inappetenza ma quando si viaggia e si cambiano abitudini può sempre capitare. Nessun effetto invece per il fratellino che ha preso il dosaggio da bambini.
Una confezione di Malarone bambini costa € 14,50, mentre da adulti € 55,90. Esiste anche un farmaco equivalente ma solo nella formulazione per adulti, che poi è quella che incide maggiormente sul budget: l'Atovaquone e Proguanile che costa € 48,00. Si tratta chiaramente di farmaci vendibili dietro ricetta, ma non serve che ribadisca l'importanza di consultare un medico prima di decidere quale profilassi seguire.
Il Malarone va assunto quotidianamente a partire da 48/24 ore prima di entrare nella zona a rischio; si prosegue per tutta la durata del viaggio e per una settimana dopo il rientro.
Nel nostro caso, essendo rimasti in Africa per 15 gg, abbiamo somministrato il farmaco ai nostri figli per 24 giorni in totale (2 gg. prima di partire + 15 in viaggio + 7 dopo il rientro) e dal momento che ogni confezione contiene 12 compresse, ci sono volute 2 confezioni di Atovaquone per il grande, e 4 scatole per il piccolo in quanto secondo il suo peso doveva assumere 2 compresse al giorno. Spesa totale: 154,00 €.
La soluzione africana contro la malaria
In Tanzania le zanzare ci sono eccome, tanto lungo la costa quanto nell'interno e quindi la guardia è stata sempre molto alta. E per mamma e papà? Beh, oltre a ricoprirci di insettifugo ogni qual volta non eravamo in spiaggia - ci siamo trovati molto bene con Jungle Molto Forte, come pure i bambini si intende, per loro abbiamo preso Jungle Forte - dormire sempre sotto una zanzariera, tenere in camera un fornellino antizanzare (piastrina o liquido fa lo stesso) e accendere degli zampironi all'esterno, non abbiamo fatto altro. Niente profilassi per noi, scelta del tutto personale, dettata forse un po' dall'incoscienza ma anche dalla quasi certezza che, in caso di contagio, avremmo potuto assumere dei farmaci reperibili soltanto in Africa.
Qualche anno fa ho letto il libro di Giorgio Bettinelli “Rhapsody in black”, dove racconta il suo viaggio in vespa attraverso il continente africano e anche di quando ha preso la malaria dopo essere stato detenuto in un carcere. Si curò prendendo 3 pasticche dal costo totale di meno di un dollaro.
Attenzione: non sto parlando di un'alternativa alla profilassi antimalarica bensì di un farmaco per curarsi solo in seguito all'aver contratto la malaria.
Questa cosa mi ha sempre incuriosita ed è stato spesso argomento di conversazione con altri viaggiatori che, prima di me, erano stati nel continente nero. Avevo ricevuto già diverse conferme sull'esistenza di questo farmaco, ma vederlo esposto nella vetrina di una farmacia di un villaggio sperduto mi ha fatto emozionare...
Quello che ho trovato io si chiama Orodar e l'ho acquistato per 2000 scellini tanzaniani (0,84 centesimi di €), un po' come fosse un souvenir, ma anche perché avrebbe potuto servirci.
E' ancora qua, conservato nel mobiletto dei farmaci, accanto alle pasticche avanzate della nostra costosa antimalarica.
E per finire, vi lascio il post con alcune considerazioni a caldo, che ho condiviso sulla fanpage di Nonchiamatemiturista al momento della scoperta...
Magari di questo a voi non fregherà nulla, ma quando quel grand'uomo di mio marito mi ha detto davanti alla polverosa...
Pubblicato da Non chiamatemi turista su Lunedì 2 gennaio 2017